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I miscredenti riflettono di più... se questi sono i miscredenti...

Con questo pilolla rossa voglio aggiungere una informazione all'articolo "I miscredenti riflettono di più" di Massimo Pia...

Con questo pilolla rossa voglio aggiungere una informazione all'articolo "I miscredenti riflettono di più" di Massimo Piattelli Palmarini.

Nell'articolo vengono riportate 3 domande di un test che avrebbe l'ardire di definire che i "miscredenti riflettono di più" dei non miscredenti.

Considerandomi un miscredente, vorrei difendere la categoria da articoli di questo tipo e scaglio la prima pietra.

Dal mio punto di vista solo una delle 3 domande è posta nel modo corretto, la terza. Perché ricordo che, le risposte in buona parte sono determinate dal tipo di domande e da com'è posta la domanda.

Prima domandina. Una racchetta e una pallina da ping-pong costano, insieme, un euro e 10 centesimi. La racchetta costa 1 euro in più della pallina. Quanto costa la pallina?

Io ritengo che la"percentuale bassa di risposte corrette" a questa domanda è dovuta a questi fattori:

  • mancanza di un'adeguata cornice d'accordo;
  • dequalificazione della domanda attraverso l'uso del diminutivo (nel caso specifico di quel articolo);
  • pregiudizi e stereotipi linguistici e scorciatoie della mente.

Ecco come credo che interagiscono questi tre aspetti.

Il risultato è influenzato dalla mancanza di un'adeguata cornice d'accordo: "Senza anticipare ancora la ragione per cui chiedo quello che sto per chiedere". Ad esempio se fosse stata: "Dalle risposte che darai valuteremo il tuo livello di cultura e capacità cognitiva e/o creduloneria", scommetto che molti si sarebbero impegnati molto oltre la zona di confort dei pregiudizi e scorciatoie mentali.

Quindi non tenere conto di come sono poste le domande e quali erano le cornici d'accordo, deformano/inficiano i risultati di queste ricerche.

Per quanto riguarda la seconda.

"Seconda domandina. Ci sono cinque macchine che producono cinque congegni in cinque minuti. Quanto tempo occorrerà a cento di quelle macchine per produrre cento di quei congegni? "

Qui il problema linguistico, oltre sempre alla cornice d'accordo e dequalificazione della domanda attraverso l'uso del diminutivo, è legato ad una potenziale indeterminazione del senso della domanda. Bastava introdurre il termine "ognuna" per aumentare la percentuale di correttezza delle risposte.

Esempio: Ci sono cinque macchine, ognuna produce cinque congegni in cinque minuti.

Omettendo "ognuna" il lettore può entrare nel dubbio linguistico: ma 5 per ognuna o 5 in tutto?

Per concludere ritengo che non è espressione di cultura e intelligenza "dare risposte giuste" ma piuttosto "porre le giuste domande", sia verso se stessi che verso gli altri, perché la responsabilità dell'emittente in una comunicazione c'è sempre.

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