IL CICAP a REPORT. O meglio quelli che non si fanno fregare dalla dicerie, dai trucchi e dalle superstizioni. Mi trovo bene in comp...
IL CICAP a REPORT. O meglio quelli che non si fanno fregare dalla dicerie, dai trucchi e dalle superstizioni.
Mi trovo bene in compagnia di alcuni di loro, o in compagnia delle loro riviste o video perché sono persone studiose, pignole, meticolose, ma anche molto spiritose.
E soprattutto hanno la determinazione delle menti argute che si spingono là oltre la terra della Meraviglia per portarci la conoscenza.
O per dirla in modo più aulico, cercano come Albert Einstein di fuggire dalla
"Meraviglia"
Albert Einstein parlava della "meraviglia" e di come l'uomo
vi approccia e dell'importanza della fuga dalla meraviglia attraverso lo
studio.
Ovvero la spiegazione naturale e scientifica del perché o del come accadono certe cose che la maggior parte delle persone non sa dare risposta.
Friedrich Nietzsche, in "Filosofare con il martello" diceva.
Ricondurre qualcosa di sconosciuto a qualcosa di conosciuto solleva, tranquillizza, appaga, e dà anche un senso di potenza. Con l'ignoto si ha anche il pericolo, l'inquietudine, la preoccupazione, il primo istinto è di abolire queste spiacevoli situazioni.Primo principio: una spiegazione qualsiasi è meglio che nessuna spiegazione.
Poiché fondamentalmente si tratta solo di una volontà di liberarsi di idee opprimenti, non si guarda molto per il sottile quanto ai mezzi per liberarsene: la prima idea con cui ci si spiega l'ignoto come conosciuto fa tanto bene che la si «crede vera». [...] L'istinto delle cause è dunque determinato e risvegliato dal sentimento della paura.
Però è un bel PARADOSSO.
L'uomo come insegnano le più recenti scoperte
della psicologia (scuola di Palo Alto, California) si auto-intrappola, si
auto-inganna in continuazione. Nel caso della Meraviglia, cioè nel caso di
dare una risposta ai CASI PARANORMALI, preferisce trovare delle risposte
immediate, se pur strampalate, basate sul nulla o spesso sulla superstizione,
pur di avere una risposta a tutto, anche e sopra tutto alle cose che non
capisce.
Per dirla molto semplicemente, quando l'uomo si "meraviglia", e non sa darsi una risposta, non sa capire ciò che vede o che sente, per fuggire dalla paura dell'ignoto si auto intrappola in altre paure, come la superstizione. Gran bel paradosso!
Interessante l'ETIMO di SUPERSTIZIONE:
Dal Latino SUPERSTITIONEM, composto da SUPER, sopra, e SITIO, statio, formato sulla base di STARE o SI-STERE, (assistere) fermarsi. sia che in origine indicasse, come insegna il Georges, la paura tormentosa che fa restare dinanzi a ciò che eccede la comune credenza, sia che accennasse il fermarsi sopra cosa mirabile e inaspettata, come ad esempio i segni celesti (del cielo, o altresì di tutto ciò che è straordinario) [...]. Cicerone ritiene SUPERSTIZIOSO fosse una parola derivata dai Romani, dove il SUPERSTIZIOSO era colui che di continuo stancava con voti e sacrifici gli dei "acciocché serbassero SUPERSTITI" cioè sani e salvi e lungamente in vita i propri figli. Da questo la voce SUPERSTIZIONE avrebbe espresso dal principio eccessiva scrupolosità , timore degli dei, e con l'andar del tempo si sarebbe allargata ad altri significati. Quindi per estensione si intendono: stravaganti pratiche di culto, proibite dalla vera religione, nel falso concetto di attirarsi il favore della divinità ; o anche, falsa idea delle pratiche religiose, nelle quali si pone eccessiva fiducia o timore.
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